Saturday, February 19, 2011

Walking the second mile,,,



In the Gospel of this Sunday Jesus invites his followers to have a second mile in life. What does this second mile mean? Jesus tells us that it is not enough to do just the bear minimum and be happy about it. But as Christians and as Religious what we are called to do is to go a mile still further.  Very often we content ourselves doing the first mile and at times we are even proud about our first miles. If we go back in our memories we can easily catch ourselves saying, “I have done very well what was asked of me”, “I have done extremely well my assignment and in fact I’ve finished even before time… etc”.  But all that is only our first miles; what each one is normally called to accomplish, and what everyone does.  But I think what will give quality to our lives as Christians and all the more as religious is this second mile in life. 


I thank Fr. Bobby who gave me a beautiful insight into this second mile in life through the touching story of Krishnan, a highly paid IT sector employ in the high-tech city of Bangalore.  For the past 6 years this man has been maintaining his monthly expense to just 1000 rupees. His normal daily food consisted of just a plate of rice and Dhal and on feast days added also a banana.  But why did he do that? With his monthly savings he has been educating more than 8 students for medicine.  Krishnan is not a religious not even a Christian. But I think he has understood very well what Jesus meant by a second mile and that is what adds quality and beauty to his life. 


So, the second mile is an attitude that one adopts in life. It is the readiness to take responsibility for something for which you are not really responsible.  Or rather, when one begins to live a life of second mile he can no more ask like Cain “Am I responsible for my brother?” for he feels responsible for everything around him; towards God, towards others, towards himself and even towards nature. 

Tuesday, February 8, 2011

La cosa più nefasta,,,




Un monarca dei tempi antichi, nel regno di Persia, fece chiamare davanti a sé tre dei filosofi più celebri allora conosciuti e domandò quale cosa essi riguardassero come la più nefasta sulla terra.  Il primo rispose: “La cosa più nefasta è la malattia”.  Il secondo dichiarò: “La cosa più nefasta è quella di invecchiare”.  Il terzo (concluse): “La cosa più nefasta è quella di scoprire, al punto di morte, d’avere sciupato la vita”.

Sunday, February 6, 2011

Voi siete la luce del mondo e il sale della terra! (condivisione della Lexio Divina)



La Domenica scorsa il vangelo era sulle beatitudini e dicevamo che la santità consiste nel vivere lo spirito delle Beatitudini. E oggi continuando il discorso sulle beatitudini Gesù ci dice: se fate così  nella semplicità di ogni giorno “voi siete come quel pizzico di sale che basta a dar sapore a tutto il minestrone”; e dice ancora “voi siete  quel lumino che tutte le tenebre non possono spegnere ma che da solo le vince tutte”. In altre parole, ci dice la grandezza e la responsabilità della nostra fede! Nel Vangelo di Giovanni Gesù dirà di se stesso, "Io sono la luce del mondo, chi segue me non cammina nelle tenebre". Ma oggi lui dice a noi "Voi siete la luce del mondo.., voi siete il sale della terra! Risplenda la vostra luce perché gli uomini diano gloria al Padre vostro che è nei cieli!". 

Adesso guardanco insieme a questi due esempi davvero simpatici che Gesù ha scelto per spiegarci cosa significa essere suoi discepoli. Sono due esempi proprio belli e concreti che conosciamo molto bene dalla nostra vita quotidiana:  la Luce e il Sale. Ma io commento solo uno. Il sale.

Ascoltiamolo di nuovo: “Voi siete il sale della terra”.

Il primo impegno di un vero discepolo di Gesù, quindi, è essere come il sale. Non lo so se vi è mai capitato di assaggiare un granellino di sale grosso, da solo, senza altro cibo, solo mettendolo sulla lingua? Se anche non avete mai provato potete immaginare che scena sarebbe! Questa è una cosa veramente interessante. Un ingrediente così importante per il cibo ma il sale, da solo, non riusciamo a mangiarlo, ma se si unisce agli altri cibi, li rende ancora più deliziosi!

Mi pare che questa sarebbe la prima lezione che possiamo imparare da questa metafora del sale. Essere discepoli di Gesù, vivere secondo il suo Vangelo, non è qualcosa che possiamo fare da soli, soltanto per noi stessi. Se vogliamo essere veramente come il sale, dobbiamo stare insieme alle altre persone, perché è allora che possiamo dare il sapore: da soli, saremmo immangiabili! Perché ogni cibo è buono per l’insieme degli ingredienti che lo compongono: il sale è solo uno degli ingredienti, non l’unico. É questo il ruolo del discepolo “stare insieme agli altri e dare il sapore alla loro vita”.

La seconda cosa sarebbe: quando il sale compie bene la sua funzione di dare il sapore, nessuno si accorge della presenza del sale.  Ci sono solo due occasioni in cui ci facciamo caso: quando manca oppure quando è troppo. Ecco, una altra lezione del sale. Il sale compie il suo ruolo silenziosamente. Senza fare troppe rumore. Scegliendo questo esempio del sale, Gesù vuole dirci che non dobbiamo aspettare che tutti si accorgano di noi, che tutti ci dicano che siamo bravi, o tutti ci applaudano. 

Prima di finire, una parola sola sull’altra metafora della luce e il nostro compito di essere una luce nella strada dei nostri giovani che non sarebbe solo una luce che indica la strada ma illumina la loro strada. Il nostro Rettor Maggiore nel suo messaggio ai giovani il 31 Gennaio di questo anno per la festa di Don Bosco dice ai Salesiani. “...I nostri giovani sulla loro strada verso la stella, vorrebbero incontrare dei magi piuttosto che gli scribi di Gerusalemme; giovani che non ci chiedono ancora che cosa bisogna credere, ma piuttosto che cosa significa credere.” 

Ecco, il ruolo del discepolo è chiarissimo. Ascoltiamo le parole del nostro maestro: essere il sale e la luce della terra e diamo una risposta adeguata con la nostra vita.



Wednesday, February 2, 2011

Musings on Vita Consacrata





"Oggi il 2 febbraio, Festa della Presentazione del Signore.  La Chiesa celebra la Giornata della vita Consacrata, ringraziando Dio per le donne e gli uomini che seguono con dedizione gioiosa e fedele il Signore in questa forma di vita.  

Mio amico Hyacinthe mi ha fatto gli auguri sta mattina con questo bellissimo pensierino che io pubblico qui. 

"Tutti possono definire la vita religiosa o i religiosi partendo sia dalla rinuncia, sia dalla testimonianza, sia dai santi voti di castità, povertà ed obbedienza! Però quando mi tocca parlarne, tremo perché non è un semplice oggetto di chiachere. A differenza degli altri, si tratta della mia vita, del mio essere per il Signore... non di una favola. Ma quale è la differenza tra quello che possono dire gli altri ed io? 
Se ci fossero soltanto pocchisimi a credere in questi voti, vorrei esserci dentro quel numero... Anzi sto cercando di credere sempre di più nella loro realizzazione nella mia misera persona. E questo nessuno me lo toglierà perché so in chi ho posto la mia fiducia e non sarò deluso!"(2Tim1,12).

La mia umile preghiera al Signore in questo giorno è solo questo, che queste parole diventano veramente convinzioni anche nella mia vita. 

The Magi and not the Scholars,,,




"Today’s young people in their life journey would like to meet the Magi than the scribes in Jerusalem; The young people do not want any longer scholars who would tell them what they should believe but rather people who can show them what does it mean to believe."
(from the message of the Rector Major, Don Chavez on 31.01.2011)