Cari confratelli,
In questo giorno in cui facciamo la memoria dei santi martiri, San Paolo Miki e compagni, anche se non abbiamo presso le letture proprie del santo del giorno, penso che possiamo trovare una splendida sintonia tra le due letture di oggi, che ci possono offrire uno spunto per la nostra meditazione.
Se vogliamo chiederci, quale è la novità che ha portato Gesù, mi sembra il fatto che Gesù ha capovolto tutta la concezione umana su Dio. Era una verità indiscussa di ogni religione del suo tempo che gli uomini erano stati creati per servire il loro Dio. Anche nella religione ebraica veniva insegnato che gli uomini erano a servizio di un Dio sovrano dell'universo.
Basta considerare alcuni brani dell’ Antico Testamento. "Voi servirete Yahvé, vostro Dio (Es 23,25), “Io sono il vostro Padrone” (Ger 3, 14), Perfino Mosè, l'unico umano col quale il Signore parlava "bocca a bocca" è chiamato servo del Signore (Nm 12, 8), ma anche lui non può guardare in faccia il suo Signore per cui copre il suo volto, perché “nessuno può vedere Dio e restare vivo” (Es 33, 22 – 23). Nella prima lettura di oggi abbiamo ancora una conferma più viva di questa idea di Dio, che si fa presente in mezzo al popolo attraverso l’arca dell’Alleanza, davanti alla quale venivano immolati pecore e giovenchi, che non si potevano contare né si potevano calcolare per la immensa quantità. Direi, un Dio adorato e temuto, più che amato.
Basta considerare alcuni brani dell’ Antico Testamento. "Voi servirete Yahvé, vostro Dio (Es 23,25), “Io sono il vostro Padrone” (Ger 3, 14), Perfino Mosè, l'unico umano col quale il Signore parlava "bocca a bocca" è chiamato servo del Signore (Nm 12, 8), ma anche lui non può guardare in faccia il suo Signore per cui copre il suo volto, perché “nessuno può vedere Dio e restare vivo” (Es 33, 22 – 23). Nella prima lettura di oggi abbiamo ancora una conferma più viva di questa idea di Dio, che si fa presente in mezzo al popolo attraverso l’arca dell’Alleanza, davanti alla quale venivano immolati pecore e giovenchi, che non si potevano contare né si potevano calcolare per la immensa quantità. Direi, un Dio adorato e temuto, più che amato.
Ma, venendo al Vangelo abbiamo un altra immagine, totalmente diversa di questo Dio, radicalmente differente da quella che la tradizione religiosa presentava. Gesù annuncia un Dio a servizio degli uomini, un Dio che, anziché togliere, DONA; più che essere servito, SERVE. Un Dio che è alla base della libertà dell'individuo. Infatti tutti questi giorni stiamo percorrendo il Vangelo di Marco con Gesù che è in constante movimento, curando le malattie, cacciando i demoni, guarendo le ferite; in poche parole Gesù ci fa incontrare un Dio in mezzo al suo popolo. Con Gesù l’arca dell’alleanza non sopporta di essere semplicemente chiusa nel Santo dei Santi, ma vuol far vedere che questo Dio circola per le strade, per i sentieri, e ci viene incontro. E se a qualcuno era capitato di morire solo per averlo “visto in faccia” (Es 33, 22 – 23) o toccato l’arca, come nell’ AT, Gesù al contrario viene proprio per farci raggiungere, per farsi “toccare”. Infatti nel primo capitolo Gesù inizia la sua predicazione dicendo: “Il tempo è compiuto, il Regno è vicino” e alla fine dirà che il Regno è in mezzo a voi.
Il Vangelo fa menzione del “lembo del mantello” che tutti cercano di toccare per essere guariti. Magari questa espressione ci riporta all’AT e ci dà l’impressione di un Gesù come devoto osservante della Legge (Nm 15, 38 – 39 e Dt 22, 12). Certo, è un osservante della Legge, ma non si ferma soltanto all’osservanza, ma sa mettere la Legge al servizio dell'amore. È capace, allo stesso tempo, di mettere sempre al primo posto le persone che incontra e che hanno bisogno di sperimentare la misericordia di un Dio che salva.
Ecco la domanda che vorrei fare a me e a tutti voi. “Che tipo di sacerdote mi sto preparando ad essere un domani? Uno che saprà lasciarsi toccare dalla sofferenza dell’altro o uno indifferente a tutto quello che accade accanto a me?” Come dice Bonhoeffer con il suo solito linguaggio provocante: “Il fratello è un peso per il cristiano, soprattutto per il cristiano. Per il pagano l’altro non diventa nemmeno un peso; egli evita di lasciarsi toccare da qualcuno, mentre il cristiano deve portare il peso del fratello”. Se questo è vero per un semplice cristiano, possiamo aggiungere che la vita di un sacerdote o consacrato deve essere segnato da questo “lasciarsi toccare” molto spesso. E ci ricorda molto bene Pastore dabo vobis: “Il presbitero infatti è ripresentazione sacramentale di Gesù Cristo capo e pastore”. Quindi il tempo della formazione sia iniziale o permanente per ogni consacrato o sacerdote deve essere un tempo di conformazione costante al cuore e ai sentimenti di Cristo.
Allora cari fratelli, durante questa Eucaristia chiediamo la grazia di lasciarci guidare dallo Spirito Santo, affinché egli possa conformarci al cuore di Cristo così che possiamo diventare anche nel nostro tempo “il lembo del suo mantello” accessibile a tutti sempre e dovunque.
Sia lodato Gesù Cristo/ sempre sia lodato.
No comments:
Post a Comment