Signore, stasera, sono solo. A poco a poco, i rumori si sono spenti nella chiesa. Le persone se ne sono andate, Ed io sono rientrato in casa, Solo. Ho incontrato la gente che tornava da passeggio. Sono passato davanti ai bar che sfornavano la loro porzione di passanti stanchi, pur se giovani, desiderosi di prolungare la gioia di vivere una domenica di festa. Ho urtato i bambini. I bambini, o Signore, I bambini degli altri, che non saranno mai i miei.
Eccomi, Signore, Solo. Il silenzio mi incomoda, la solitudine mi opprime. Signore, lo sai, ho un corpo fatto come gli altri, Un cuore riservato all'amore, Ma Ti ho donato tutto. È vero, Tu ne avevi bisogno. Io Ti ho dato tutto, ma è duro, o Signore. È duro dare il proprio corpo: vorrebbe darsi ad altri. È duro amare tutti e non serbare alcuno. È duro stringere una mano senza volerla trattenere. È duro far nascere un affetto, ma per donarlo a Te. È duro non essere niente per sé per essere tutto per loro. È duro essere come gli altri, fra gli altri, ed essere un altro. È duro dare sempre senza cercare di ricevere. È duro andare incontro agli altri, senza che mai alcuno ti venga incontro. È duro soffrire per i peccati degli altri, senza poter rifiutare di accoglierli e di portarli. È duro ricevere i segreti, senza poterli condividere. È duro sempre trascinare gli altri e mai, fosse solo per un istante, farsi trascinare. È duro sostenere i deboli senza potersi appoggiare ad un forte. È duro essere solo, Solo davanti a tutti, Solo davanti al mondo, solo davanti alla sofferenza, alla morte, al peccato.
Figliuolo, non sei solo, Io sono con te, Sono te. Perché avevo bisogno di un'umanità in sovrappiù per continuare la Mia Incarnazione e la Mia Redenzione. Dall'eternità Io ti ho scelto, ho bisogno di te. Ho bisogno delle tue mani per continuare a benedire. Ho bisogno delle tue labbra per continuare a parlare. Ho bisogno del tuo corpo per continuare a soffrire. Ho bisogno del tuo cuore per continuare ad amare. Ho bisogno di te per continuare a salvare. Resta con Me, figlio mio.
Eccomi, Signore. Ecco il mio corpo. Ecco il mio cuore. Ecco la mia anima. Concedimi d'essere tanto grande da raggiungere il Mondo. Tanto forte da poterlo portare. Tanto puro da abbracciarlo senza volerlo tenere. Concedimi d'essere terreno d'incontro, ma terreno di passaggio, Strada che non ferma a sé, perché non vi è nulla che non conduca a Te. Signore, stasera, mentre tutto tace e nel mio cuore sento duramente questo morso della solitudine, mentre il mio corpo urla a lungo la sua fame di piacere, mentre gli uomini mi divorano l'anima ed io mi sento incapace di saziarli, mentre sulle mie spalle il Mondo intero si accasa con tutto il suo peso di miseria e di peccato, Io Ti ripeto il mio sì, non in una risata, ma lentamente, lucidamente, umilmente, Solo, o Signore, davanti a Te, Nella pace della sera.
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