"Dio è bello e dolce è amarlo, e che votarsi a Lui in una vita di verginità, nella rinuncia faticosa all'amore pur desideratissimo d'una donna che sia totalmente tua per la vita, non solo è possibile, alla faccia della cultura della finta rivoluzione e liberazione sessuale, ma addirittura esaltante, perché ti moltiplica le energie, perché ti rende libero, perché ti dà la certezza d'essere amato e d'esser capace d'amare, perché impari a non metterti al centro delle relazioni, poiché il centro appartiene a Lui, la fonte dell'amore e d'ogni amore."
Ma, uno può domandare, "come tu puoi ridurre la vocazione del prete o religioso solamente alla scelta della verginità"?
"SI, sarebbe ingiusto a consistere tutto il senso della proposta vocazionale solo in questa opzione. Ma, la verginità è davvero un simbolo che sintetizza il senso della donazione, come una sua cifra interpretativa o uno scrigno prezioso che la racchiude; ma non solo. Ogni uomo e ogni donna, fidanzato, coniugato, padre, madre o figlio che sia, sono vergini o son chiamati a essere vergini. Perché in ogni cuore umano vi sia uno spazio che può essere occupato solo da Dio, un'esigenza d'amore che solo l'Eterno può colmare, perché siamo creatura sua, veniamo da Lui e siamo destinati a tornare a Lui."
Cf. A. CENCINI, Qualcuno ti chiama, Lettera a chi non sa d'esser chiamato, Brescia, Queriniana, 1999, p.49.
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